NonsoloCuneo
  HOME  | ISCRIVITI  | BIBLIOTECA  | APPUNTAMENTI  | FOTOGRAFIE  | TAVERNA  | DINASTIE  | SONDAGGI  |
LA FLOTTA DEI VELIERI APPUNTAMENTI FISSI  LISTA AUDIO MESSAGGI PENSIERI IN LIBERTA
Ingresso Personaggio
Solo per persone registrate.
Username
Password
Ricerca Utenti
Ricerca per
Nickname
Sesso
Eta'
Giochi Online
 Magic Balls (gamers: 2)
 FlashMan (gamers: 10)
 CrashDown (gamers: 4)
 Cable Carpes 2 (gamers: 0)
 Tetris (gamers: 1)
 TrapShot (gamers: 0)
 Field Goal (gamers: 3)
 Space Fighter (gamers: 5)
 Alien Attack (gamers: 1)
 Galactic Warrior (gamers: 1)
Speciale Giochi Online
Sondaggio
Quale gioco preferisci?

Ultima Online
Un gioco che ha fatto storia.

Informazione Online
CNN International
Quotidiani Online
Punto Informatico
I Compleanni di Oggi
۰ Oggi non si puo' festeggiare nessuno...
Biblioteca di Non Solo Cuneo


 
Stai leggendo il capitolo:
triangolo delle bermude
Scritto da wondermike
 



Attenzione, per accedere alle funzioni
bisogna essere iscritti.



 
Ti stiamo aspettando!

Clicca per REGISTRATI
 


Persona Titolo
wondermike
17/3/2003
1899-12-30
Incidente di viaggio. ''Giovedì 13 settembre: in questo giorno, all'inizio della notte, gli aghi delle bussole si spostavano verso Nord Ovest, e alla mattina volgevano alquanto verso Nord Est (...). Sabato 15 settembre: al cominciar della notte videro cader dal cielo una meravigliosa striscia di fuoco, a quattro o cinque leghe dai navigli (...). Lunedì 17 settembre: i piloti fecero il punto, e riconobbero che le bussole non indicavano la giusta direzione; e i marinai se ne stavano timorosi e accorati, e non dicevano di che. L'Ammiraglio se ne accorse, ed ordinò ai piloti che allo spuntar del giorno tornassero a fare il punto, e, preso il Nord, trovarono che gli aghi erano buoni.''
Questi incidenti di navigazione sono tratti dai Giornali di Bordo di Cristoforo Colombo, scritti mentre era in rotta per il Nuovo Mondo. In quei giorni le tre caravelle navigavano nel bel mezzo di un triangolo di mare delimitato a nord dalle attuali Bermuda, a ovest dall'isola di Grand Bahama e a sud da Portorico. Fu forse proprio allora, in quel lontano settembre 1492, che ebbe inizio la sinistra fama di quella zona ora nata come ''Triangolo Maledetto'' o Triangolo delle Bermuda: un posto dove le bussole smettono di funzionare e ''meravigliose strisce di fuoco'' cadono dal cielo.

Un secondo inizio. Ma la storia ha anche un secondo inizio, molto più recente. Alle ore 14 del 5 dicembre 1945 cinque aerei TBM Avengers della marina americana partirono dalla base di Fort Lauderdale (Florida) per un'esercitazione di tiro al bersaglio. La squadriglia puntò verso est, in direzione delle Bahamas, raggiunse il bersaglio, completò l'esercitazione e imboccò la strada del ritorno. O, almeno, credette di imboccarla. Alle 15.15, infatti la torre di controllo di Fort Lauderdale ricevette un messaggio dal comandante, il tenente Charles Taylor. ''Chiamo la torre. Emergenza. A quanto sembra siamo fuori rotta. Non riusciamo a vedere la terra…'' E ancora: ''Non sappiamo la nostra posizione! Non sappiamo dove sia l'ovest… Qui non funziona più niente… Anche il mare non è dove dovrebbe essere!''. La base di Fort Lauderdale ricevette qualche altro confuso messaggio: ''Tutte le mie bussole sono guaste'', ''Non so dove ci troviamo'', ''Nessuna terra è in vista''.
Le comunicazioni, sempre più disturbate e contradditorie, continuarono fino alle 16. Poi, più niente.
Un apparecchio di ricognizione fu inviato immediatamente sulla zona dove gli aerei avrebbero dovuto trovarsi. Era un grosso Martin Mariner. L'apparecchio inviò un messaggio a proposito dei venti che soffiavano con intensità al di sopra dei 1800 metri. Furono le ultime parole del suo comandante, il tenente Kane. Anche il Martin Mariner interruppe ogni contatto con la base, senza alcuna apparente ragione. Trecentosette aeroplani, quattro cacciatorpedinieri, diciotto vedette della guardia costiera, centinaia di aerei e imbarcazioni private parteciparono alla più colossale ricerca della storia. Novecentottantacinque miglia quadrate di mare furono perlustrate palmo a palmo ma non fu rinvenuta nessuna traccia (macchie di olio, zattere di salvataggio, relitti galleggianti o altro) che potesse far pensare a un incidente.
La commissione d'inchiesta che si occupò del caso non espresse un parere. Ascoltò cinquantasei testimonianze in quattordici giorni di udienze; esse vennero verbalizzate e il caso fu chiuso. Per la cronaca, il 18 Maggio 1991 la stampa ha dato ampio risalto al ritrovamento della squadriglia perduta, dichiarando così definitivamente risolto il mistero; qualche giorno dopo però la notizia è stata smentita: i relitti rinvenuti nelle profondità marine appartenevano ad aerei più recenti.

Passato burrascoso. Abbiamo detto ''secondo inizio''. Infatti fu dopo questo incidente inesplicabile che si cominciò a collegare quel tratto di mare con altre sparizioni dall'apparenza inquietante avvenute in passato. Nel 1800 la U.S.S. Pickering sparì tra la Guadalupa e Delaware; nel 1814 la U.S.S. Wasp scomparve nei Caraibi; e poi il Grampus, la Maria Celeste, l'Atlanta. Un'infinità di navi o inghiottite dal nulla oppure ritrovate, come la Rosalie, completamente vuote, abbandonate senza apparente ragione dall'intero equipaggio. Dopo quel fatidico 5 dicembre, le sparizioni non accennarono a dimunuire. Nel libro Without a Trace (Senza Traccia) Charles Berlitz, uno dei principali studiosi dell'argomento, elenca 143 tra navi e aerei ''svaniti'' in quella misteriosa zona di mare. Sempre Charles Berlitz che, nel suo primo libro sull'argomento The Bermuda Triangle (Il Tringolo delle Bermuda, 1974), elenca le ''possibili'' spiegazioni date da vari studiosi del fenomeno delle sparizioni.

Eccone alcune delle più affascinanti: le navi sono ''rapite'' dagli Ufo, l'ipotesi è stata ripresa nel film Incontri ravvicinati del terzo tipo: ricordate che all'inizio gli apparecchi Avenger scomparsi riappaiono dopo quasi 40 anni in deserto del Messico?); la presenza di armi mai disattivate costruite da una civiltà precedente alla nostra e dotata di una tecnologia infinitamente superiore; esperimenti militari condotti dal governo americano (il segretissimo ''ESPERIMENTO DI FILADELFIA'' per rendere invisibile le navi a mezzo di campi magnetici); deformazioni spaziotemporali o addirittura magia nel senso tradizionale del termine. Il libro di Berlitz ottenne un successo straordinario, ed il suo autore diventò d'improvviso celebre e ricco. Anche il Triangolo delle Bermuda balzò all'improvviso alla ribalta. Al misterioso tratto di mare si ispirarono numerosi film (generalmente piuttosto brutti); insomma, ''il Triangolo'' diventò un vero e proprio affare.

Il mistero risolto: così si intitola il libro pubblicato da Lawrence David Kusche The Bermuda Triangle Mystery Solved, pubblicato nel 1975, un anno dopo quello di Berlitz. L'autore afferma che nessuna sparizione avvenuta nel ''Triangolo'' è più misteriosa di tante altre avvenute nel mare. Con grande meticolosità esamina gli ''avvenimenti misteriosi'' caso per caso, a partire da quello di Cristoforo Colombo, e trova delle spiegazioni ''razionali''. Fa rilevare che fu Colombo stesso a trovare una spiegazione (un po'semplicista, in verità) per lo strano comportamento notturno degli aghi della bussola. Nei suoi diari Colombo scrisse infatti: ''e ciò fu perchè non si muovono gli aghi, ma la Stella Polare''. Per quanto rigurda la scomparsa degli Avenger, Kusche asserisce che si è trattato di una serie di sfortunate coincidenze. I piloti erano allievi, che non conoscevano ancora bene i loro apparecchi; secondo gli interrogatori della commissione d'inchiesta il loro comandante, il tenente Taylor, avrebbe chiesto di essere sostituito nella missione, probabilmente perchè non stava bene. E, per quanto riguarda il Martin Mariner, sarebbe precipitato forse proprio a causa dell'estrema turbolenza segnalata dal comandante stesso.
Kusche ce la mette tutta a demolire le ipotesi fantasiose. Ricorda che nel mondo esistono altre zone ''pericolose'' come il ''Triangolo delle Bermuda'': in Giappone ce n'è una analoga, il ''TRIANGOLO DEL DRAGO''. E che, percentualmente, le sparizioni registrate non sono più numerose di quelle che avvengono in altri tratti di mare naturalmente pericolosi (a causa di correnti, venti, e altro). Ma è proprio questo impegno addirittura maniacale a rendere il suo libro poco convincente. Insomma, sembrano quasi più plausibili le spiegazioni ''impossibili'' di Berlitz che quelle ''possibili'' di Kusche.

Al largo delle coste della florida, negli Stati Uniti, esiste una misteriosa area formata da una immaginaria linea che collega Miami, Porto
Rico e le isole Bermuda. Essa è conosciuta come il Triangolo del Diavolo. Qui, durante gli ultimi due secoli, sono scomparse, in misteriose circostanze, più di quaranta navi e una ventina di aerei. Nonostante le accurate ricerche effettuate, non sono mai stati ritrovati ne i corpi delle vittime, ne i resti di un incidente. E' possibile per una nave o un aereoplano scomparire nelle acque dell'oceano senza lasciare la benchè minima traccia? E' possibile, ma non molto probabile, perchè rimane sempre qualche traccia. Dove è finita la nave inglese Atlanta, scomparsa con 300 soldati a bordo nel 1880? Quale è stata la sorte del DC-3 Star Ariel, scomparso in volo nel gennaio del 1949? Dove sono finiti i 5 cacciabombardieri della portaerei americana Avenger, mai rientrati da un normale volo di ricognizione? Il triangolo delle Bermuda è così diventato una sinistra terra di nessuno, egualmente temuta da marinai e piloti. Molti di questi ultimi, a dispetto del loro scetticismo, hanno registrato realmente strani fenomeni: compassi che ruotavano freneticamente senza essere stati toccati, perturbazioni improvvise, segnali radio distorti e altre inspiegabili anomalie della strumentazione di bordo. Gli investigatori, in assenza di prove concrete, hanno cercato di spiegare queste strane avventure chiamando in causa le variazioni del campo magnetico, o aberrazioni atmosferiche come un ''buco nel cielo'', un'area ancora sconosciuta, nella quale gli aerei possono entrare ma non uscire, oppure cause naturali: tempeste tropicali, errori umani. Tutto questo però non spiega ne giustifica l'assenza totale di S.O.S. e di tracce. Altri hanno pensato ad un buco temporale, che catturerebbe navi ed aerei proiettandoli nel passato o nel futuro, rendendo quindi vana ogni ricerca. Fantascienza? Forse, resta però il fatto che non è ancora stata trovata una spiegazione veramente attendibile delle forze misteriose ed incredibili che agiscono nel Triangolo delle Bermuda.

wondermike
17/3/2003
22:19:30
ACAM- Associazione Culturale Archeologia e Misteri -

Il Triangolo delle Bermuda

SENZA TRACCIA

Sparizioni misteriose nel Triangolo delle Bermuda

di Paolo Toselli

Strani eventi sembrano essere accaduti nell'Oceano Atlantico di fronte alle coste degli Stati Uniti. All'interno e in prossimità di un'area delimitata da una linea immaginaria che unisce le Bermuda, la Florida e Puerto Rico - un triangolo i cui lati misurano ciascuno all'incirca duemila chilometri - un numero considerevole di imbarcazioni e aerei sarebbe scomparso in circostanze a dir poco misteriose.

Il cielo risplendeva di stelle, e il DC-3 si accingeva ad atterrare all'aeroporto di Miami. Il volo, proveniente da San Juan, Puerto Rico, procedeva bene. Le luci della città erano già visibili. Improvvisamente, le comunicazioni tra la torre di controllo e l'aereo si interruppero. Pressoché immediatamente scattò una massiccia operazione di ricerca. Il tempo era ideale, la visibilità ottima, ma del DC-3 e del suo equipaggio nessuna traccia. Scomparso nel nulla, all'alba del 28 dicembre 1948.

Stessa sorte era toccata alcuni mesi prima allo Star Tiger, un aereo di linea delle British South American Airways, mentre si stava avvicinando alle Bermuda proveniente dalle Azzorre. Qualche settimana dopo la scomparsa del DC- 3, lo Star Ariel, gemello dello Star Tiger, faceva perdere le sue tracce tra le Bermuda e la Giamaica. Il tempo era ottimo. Malgrado i numerosi mezzi impiegati nelle ricerche, l'incidente restava inspiegato e alcun resto dell'aereo fu mai ritrovato.

Ma è il 5 dicembre 1945 che si è verificato il dramma più incredibile. Quel pomeriggio, cinque aereosiluranti Avenger della Marina degli Stati Uniti decollarono dalla base navale di Fort Lauderdale per un breve volo di addestramento. Era una missione della massima routine, ma si concluse in una tragedia avvolta nel mistero, con la probabile morte dei quattordici uomini di equipaggio. Malgrado non vi fosse alcuna evidenza di cattivo tempo, il comandante della squadriglia comunicò via radio che tutti e cinque gli aerei si erano dispersi ed erano incapaci di capire in quale direzione stavano volando. Alcuni istanti dopo questo drammatico messaggio le comunicazioni si interruppero, per non riprendere mai più. Due idrovolanti della Marina furono subito inviati nella zona in cui si presumeva che la pattuglia aveva fatto perdere le sue tracce. Alcune ore dopo, a causa del peggioramento delle condizioni meteorologiche, fu impartito loro l'ordine di rientrare. Solo uno tornò alla base. Le ricerche proseguirono per cinque giorni, ma senza alcun risultato. Le autorità della Marina erano confuse. Un ufficiale commentò così l'episodio: ''Sono letteralmente scomparsi come se fossero volati su Marte''. L'episodio segnava l'inizio della saga moderna del cosiddetto Triangolo delle Bermuda.

Molti altri incidenti occorsero negli anni '40. Il City Belle fu ritrovato abbandonato nei pressi delle Bahamas nel 1946, esattamente un anno dopo la tragedia dei TBM Avenger, e il Rubicon, si era trasformato in una nave fantasma che stava andando alla deriva lungo le coste della Florida, quando fu ritrovata nell'ottobre 1944, in eccellenti condizioni, ma senza un cane a bordo. Nel 1940 la Gloria Colita fu ritrovata abbandonata, ma in condizioni eccellenti, lungo la costa occidentale della Florida, nel Golfo del Messico.

E andando indietro nel tempo, nell'agosto 1935 l'imbarcazione La Dahama fu incrociata in perfetto stato nel Triangolo delle Bermuda diversi giorni dopo che un'altra imbarcazione l'aveva vista in procinto di affondare. Nel 1931 la nave norvegese Stavenger scomparve nelle Bahamas con quarantatré uomini a bordo, così come accadde in una tranquilla giornata dell'aprile 1925 al Raifuku Maru dopo aver lanciato il seguente messaggio: ''Venite presto, è tremendo! Non possiamo fuggire''.

La goletta Carroll A. Deering fu ritrovata incagliata nelle Diamond Shoals nel gennaio 1921 con tutte le vele issate. Due gatti erano le uniche creature viventi restate a bordo. La cosa più strana fu che un pasto completo stava ancora sui fornelli, in attesa di un equipaggio che non lo assaggiò mai. Lo stesso anno una dozzina di altre navi scomparvero nella medesima zona.

Nel 1918 la Marina degli Stati Uniti accusò un'ulteriore scomparsa: la Cyclops, una carboniera lunga oltre 170 metri, in navigazione dalle Barbados a Baltimora con 309 uomini a bordo. Malgrado fosse una delle prime imbarcazioni equipaggiata con radio a bordo, nessun SOS venne lanciato. Ad alimentare ancor più il mistero contribuirono le scomparse, nel 1941, sulla stessa rotta altre due navi sorelle della Cyclops, la Proteus e la Nereus.

SCIAGURE INSPIEGATE?

L'infelice fama di questo tratto di mare sembra trovare riscontri anche nei secoli addietro. Già uno dei primi ad aver navigato in quelle zone, Cristoforo Colombo, nel suo primo viaggio alla scoperta del Nuovo Mondo nel 1492 si imbatté in fenomeni che sconcertarono l'equipaggio della sua nave: un lampo infuocato che cadde in mare, insoliti comportamenti delle bussole, e una strana luce che apparve in lontananza una notte.

Malgrado i riferimenti siano frammentari, è documentato che almeno quattro vascelli americani scomparvero senza spiegazioni apparenti tra il 1781 e il 1812. Nel 1840 la Rosalie, una nave francese, fu trovata deserta vicino a Nassau: vele issate, un considerevole carico intatto e tutto in ordine. La Lotta, un brigantino svedese, scomparve vicino Haiti nel 1866, seguito due anni dopo dalla Viergo, un mercantile spagnolo.

Ma uno dei più grandi misteri del mare resta la scomparsa dell'Atalanta nel 1880. La nave lasciò le Bermuda in gennaio diretta in Inghilterra con un equipaggio di trecento cadetti e ufficiali e non fu mai più ritrovata. La catena delle sciagure continua nel 1884 con la Miramon, una goletta italiana salpata da New Orleans e inghiottita nel limbo. Nell'ottobre 1902 è la volta del brigantino tedesco Freya a essere ritrovato abbandonato.

La storia sembra sempre ripetersi, anche in tempi più recenti: condizioni meteorologiche buone, nessun problema meccanico, normali comunicazioni radio, poi il silenzio. Poiché di solito nulla viene ritrovato malgrado le intensive ricerche è quasi una sorpresa quando il mare concede alcuni relitti o si riceve un messaggio di soccorso. Una di queste eccezioni accadde nel febbraio 1953, quando un aereo inglese con a bordo trentanove persone lanciò un SOS mentre si trovava a nord del Triangolo: la richiesta di aiuto si interruppe d'improvviso. Le operazioni di ricerca non diedero alcun risultato.

Nel marzo 1950 un quadrimotore Globemaster americano diretto in Irlanda scomparve a nord del Triangolo, seguito, qualche mese dopo, dalla nave da carico Sandra: era una calma notte tropicale e trasportava 340 tonnellate di insetticida.

Gli incidenti sono continuati senza tregua: un Super Constellation della Marina nel 1954 con 42 persone a bordo; la Sourthen Districts carica di zolfo lo stesso anno; lo yacht Connemara IV ritrovato abbandonato nel pieno centro del Triangolo nel 1955. L'anno dopo è la volta di un Marine Sky Raider e un bombardiere della Marina con dieci persone di equipaggio. Un insolito numero di scomparse sarebbe accaduto intorno a Natale. Nel gennaio 1958 l'editore Harvey Conover assieme ad alcuni familiari salpò da Key West sul suo yatch diretto a Miami. Scomparvero tutti per sempre.

Nel 1962 un aereo cisterna KB-50 dell'Air Force si alzò in volo dalla base di Langley, Virginia, diretto alle Azzorre con nove persone di equipaggio. Poco dopo il decollo la torre di controllo ricevette un breve messaggio, subito troncato, indicante una qualche sorta di avaria. Malgrado una intensa ricerca, ancora una volta nessuna traccia.

Il 1963 fu un anno particolarmente menagramo. Iniziò con la Marine Sulphur Queen, una nave da carico costruita appositamente per trasportare zolfo. Scomparve in vicinanza della Florida dopo aver trasmesso un messaggio di routine. Con la sola eccezione di alcuni giubbotti di salvataggio, nulla venne ritrovato dell'imbarcazione. Nel luglio dello stesso anno la Marina e la guardia costiera furono impegnate per dieci giorni nell'inutile ricerca dello Sno' Boy, un peschereccio di cui si erano perse le tracce nei pressi della Giamaica. Un mese dopo è la volta di due cisterne volanti KC-135. A mezzogiorno comunicarono la loro posizione, poi non si seppe più nulla. Quando i loro rottami furono rinvenuti nei pressi delle Bermuda si pensò a una collisione in volo, ma il ritrovamento di altri relitti, 160 miglia distante, alimentò il mistero. Se gli aerei non si erano scontrati tra di loro, come spiegare che erano precipitati simultaneamente?

E non è finita. Nel 1965, a giugno, un C-119 dell'Air Force scomparve senza spiegazioni dopo aver lanciato un incomprensibile messaggio. Nel gennaio 1967 stessa sorte toccò a un aereo da trasporto Chase YC-122 durante un breve volo tra Fort Lauderdale e Bimini. Nel luglio 1969, malgrado le ottime condizioni meteorologiche, furono ritrovate cinque imbarcazioni abbandonate. Il mese seguente, anche Bill Verity, un navigatore esperto, scomparve nel Triangolo. Altri eventi non spiegati accaddero negli anni a seguire. Nel 1971 fecero perdere le proprie tracce le navi da carico Elizabeth e El Caribe. Nel marzo 1973 l'Anita, la più grande nave da carico mai scomparsa, salpò da Norfolk e di lei non si seppe più nulla.



wondermike
17/3/2003
22:20:57
IL TRIANGOLO DELLE BERMUDA
di Antonio Bruno
per Edicolaweb


Una vasta letteratura, e forse una ancor più vasta serie di ipotesi di svariata natura, è fiorita da decenni attorno al mistero del ''Triangolo delle Bermuda'', una zona dell'Oceano Atlantico che comprende Porto Rico, Bimini e le isole omonime chiamate, appunto, Isole Bermuda.

Affrontiamo anche noi questo mistero, che il solito scetticismo ''vocazionale'' ha già sbrigativamente liquidato come inesistente, pur nei limiti impostici dal presente contesto, nel solo intento di evidenziare alcuni dei tanti aspetti tuttora intriganti della faccenda, aspetti tutt'altro che liquidabili con facili qualunquismi.

Ricordo, per iniziare, che il cosiddetto ''mistero'' è costituito da una lunga serie di eventi negativi, apparentemente inspiegabili, accaduti sin dai secoli passati in quella zona di oceano ai danni di navi, imbarcazioni, equipaggi e, in tempi recenti, aerei. Generalizzando un po', tali eventi, come ormai tutti sapranno, sono riassumibili principalmente con il termine ''sparizioni'', ma è chiaro che, associata alle ''sparizioni'', vi è tutta una serie di anomalie (fisiologiche, magnetiche, meccaniche, elettriche, ecc.) che rendono alquanto problematica l'individuazione di un'unica, esauriente risposta.
Come dicevo, la letteratura in merito non manca e l'inevitabile, ampio businnes editoriale e massmediale determinatosi attorno al ''Triangolo maledetto'' non è quanto di meglio potremmo auspicarci per un approccio serio e scientifico del problema. Ma tant'è: questi sono i nostri tempi e ci conviene far di necessità virtù come, ad esempio, constatare che, perlomeno, non manca materiale su cui documentarsi né ipotesi da vagliare.

Intanto vorrei subito confutare l'articolo ''Il Triangolo delle Bermuda? L'ha inventato un libro'', a firma dello scettico del CICAP Luigi Garlaschelli, su ''Liberal'' e datato 2 aprile 1998. L'articolo è leggibile al link http://digilander.iol.it/Garlaschelli/ Bermuda.htm. L'autore, si limita a prendere in considerazione il libro di Charles Berlitz ''Bermuda, il triangolo maledetto'', del 1974 e, confutando questa o quella sua affermazione, sostiene candidamente che ''la leggenda del triangolo prese origine principalmente'' da tale libro. C'è, forse, in quel ''principalmente'' un ''corner'' di salvataggio per Garlaschelli poiché, se egli sostenesse con sicurezza, come fa ben intendere del resto il titolo dell'articolo, che la ''leggenda'' del Triangolo delle Bermuda è stata inventata da Berlitz, prenderebbe un granchio di quelli che non si trovano nemmeno nelle limpide acque di Bimini!... Del mistero di quella zona oceanica, come ho detto, si parla da secoli, anche se è con l'inizio del XX secolo che cominciano a susseguirsi studi e dibattiti. A livello editoriale, comunque, segnalo solo il capitolo del libro ''Invisibile Horizons'', del 1965, in cui l'americano Vincent Gaddis riferisce proprio del ''triangolo della morte''. Sarà l'Editrice Armenia, dieci anni dopo, a pubblicare il libro di Gaddis con il titolo ''Il triangolo maledetto e altri misteri del mare''.
Se Garlaschelli, dunque, con sconcertante candore, conclude: ''Spiace per gli amanti del brivido a tutti i costi, ma nel Triangolo delle Bermuda non vi è luogo a procedere'' e se, a ruota, Polidoro (altro esponente del Cicap) si sbizzarrisce in un profluvio di generalizzazioni pseudoerudite per sminuire totalmente l'argomento, noi restiamo con...''i piedi nell'acqua'' e prendiamo in considerazione alcuni aspetti tutt'altro che facilmente liquidabili di un mistero che tale rimane.

Non sono pochi gli studiosi che associano al mistero del Triangolo delle Bermuda un qualche ipotetico collegamento con il mitico continente scomparso di Atlantide. L'idea prende piede da fondati indizi dai quali si desume che un evento catastrofico, attorno al 10.500 a.C., abbia cancellato una grande civiltà globale che aveva raggiunto livelli evolutivi insospettati. Autori come Hancock e Bauval, ad esempio, per quanto criticati fino al parossismo dall'ortodossia scientifica, ci offrono ipotesi non certamente sconsiderate in alcune loro opere. Segnalo soprattutto, a questo proposito, il libro ''Impronte degli Dei''. Nessuno ci obbliga a sottoscrivere in pieno le ipotesi speculative degli autori, ma in quella saggia operazione di separazione del ''grano dal loglio'', che tutti noi dovremmo sforzarci di fare in casi similari, non possiamo nascondere che alcune delle ipotesi suggerite da una certa corrente di studiosi, a cui appartengono anche Hancock e Bauval, sono molto più plausibili di quanto si sia portati istintivamente a credere se oberati da una mentalità eccessivamente positivista.

I segni di ciclopici monumenti, che specifiche datazioni fanno risalire a circa 12.000 anni fa, non mancano sul nostro pianeta ma, per restare alla zona del Triangolo delle Bermuda, non possiamo ignorare il cosiddetto ''Muro di Bimini'', uno dei più intriganti indizi dell'esistenza di Atlantide.
Già a partire dal 1968, si sono fatte stupefacenti scoperte subacquee proprio nella zona dell'atollo di Bimini: enormi pietre accostate e chiaramente lavorate dalla mano dell'uomo giacciono sul fondale senza una possibile spiegazione ''razionale'' che non sia lo sprofondamento di strutture che un tempo si elevavano alla luce del sole. Ma ciò che fa ancor più riflettere, e che stupisce, è il dato di fatto che quei blocchi di pietra erano ricoperti da radici di mangrovia fossilizzata le quali, esaminate al Carbonio 14, sono risultate risalire proprio a 12.000 anni or sono.
Ed ecco che, un giorno in cui il mare era particolarmente limpido, sempre nel 1968, l 'equipaggio di una barca notò, sul fondale dell'atollo, un enorme lastricato di pietre adattate con grande cura l'una vicina all'altra di forma poligonale o rettangolare. Era chiaro che non si trattava di formazioni naturali ma quale civiltà, allora, aveva realizzato una simile, ciclopica struttura? E a quale contesto edificale, soprattutto, apparteneva quello che fu subito battezzato ''Muro di Bimini''? Già questo è un bel mistero e le cose si complicano ancor di più se consideriamo che i grandi blocchi di pietra sparsi di cui parlavo prima, presentano straordinarie analogie con le costruzioni preincaiche, o con i dolmen inglesi ed europei o, ancora, con le mura della Grecia micenea.
Ma a cosa serviva il Muro di Bimini? C'è chi parla di una funzione stradale, chi di una struttura fortificata di difesa e chi, infine, di una sorta di complesso cultuale di enormi proporzioni.
Che relazione può esservi fra il mistero del Triangolo delle Bermuda ed il Muro di Bimini? Una relazione ovviamente ipotetica e che non può trascendere dall'accostamento ''civiltà misteriosa=energie misteriose''.
Lasciando da parte, per il momento, le ipotesi di natura ''ufologica'', molti hanno supposto che le misteriose sparizioni di equipaggi e di navi, recentemente di aerei, siano da mettere in relazione ad una qualche forma di distorsione spazio- temporale generatasi in quella zona dell'Oceano Atlantico in seguito a un non ben precisato retaggio di Atlantide, la civiltà misteriosa a livello globale di cui si trovano, qua e là per il mondo, inequivocabili segni, proprio come il Muro di Bimini.
Lo sapevate che Platone, parlando degli Atlantidei, disse che essi possedevano misteriosi cristalli in grado di produrre fortissime energie? E se esistesse tuttora, sommersa in quella zona, una sorta di campo energetico atlantideo mai spentosi…?
Ricordiamo, fra i tanti casi, che nella zona del Triangolo delle Bermuda scomparve un'intera squadriglia composta di cinque aerei i cui contatti radio con la base, immediatamente precedenti al disastro, escludevano qualsiasi confusione o malore dei piloti. Assurdo, del resto, pensare che cinque piloti si fossero sentiti male contemporaneamente o che avessero tutti sbagliato rotta senza accorgersene compiendo un errore fatale al seguito del capo squadriglia. Fatto sta che i rottami degli aerei furono ritrovati a duecento chilometri di distanza.
Chi ha cercato di spiegare i numerosi disastri avvenuti nel Triangolo con l'ipotesi delle interferenze magnetiche, non è però stato in grado di spiegare come mai ogni giorno transitano in zona centinaia di navi ed aerei senza che subiscano inconvenienti di questo genere. Inoltre, si scoprì ben presto che onde anomale di carattere magnetico sono presenti nei mari di tutto il mondo, con particolare rilievo lungo le dorsali oceaniche dell'Atlantico e del Pacifico.
Altre cause naturali, come tifoni, maremoti e frane sottomarine (chiamate dagli esperti ''onde di sessa'') hanno l'inconveniente di non potersi adattare a tutta la casistica relazionabile al Triangolo delle Bermuda anche perché sconvolgimenti di tale portata (ricordiamo che le ''onde di sessa'' possono essere più alte di quelle prodotte dalla peggiore tempesta) non hanno mai avuto rilevanza sulle coste circostanti, per cui ci troveremmo di fronte, perlomeno, a un mistero nel mistero.
Il riduzionismo positivista, di fronte all'impossibilità di trovare soddisfacenti risposte ''naturali'', non trova di meglio che ricorrere alle risposte minimizzanti, spesso più improbabili di quelle ''aliene''. Ecco, allora, che siamo costretti a sorbirci affermazioni quali:

''1) è stato possibile trovare una spiegazione razionale per la maggior parte degli incidenti verificatisi nella zona;
2) i pochi casi rimasti insoluti sono quelli per cui non è stato possibile trovare informazioni;
3) diverse 'sparizioni' accreditate al Triangolo in realtà si sono verificate molto più lontano;
4) contrariamente alla leggenda, quasi tutti gli incidenti si sono verificati quando il tempo era brutto;
5) chi ha scritto libri sul Triangolo ha deliberatamente nascosto informazioni che avrebbero permesso di fornire semplici spiegazioni per le sparizioni;
6) alcuni incidenti non sono mai avvenuti se non nella fantasia di chi ha scritto libri sul Triangolo delle Bermuda.
Conclusione: se si prendono tutti i casi più importanti citati dai cultori del mistero, esclusi quelli mai avvenuti, e li si dispone su una cartina si scopre che alcuni si trovano a nord dell'Oceano Atlantico, altri nel Golfo del Messico, alcuni nell'Oceano Pacifico e altri addirittura nei pressi dell'Irlanda o del Portogallo. Quante sparizioni, dunque, sono avvenute realmente all'interno del Triangolo? Solamente quattro!'' (Massimo Polidoro)

Lasciamo scegliere ai lettori quanta reale conoscenza dei fatti possano desumersi da simili affermazioni e dedichiamoci, piuttosto, a sfatare un'altra grezza obiezione relativa al mistero del Triangolo delle Bermuda, ovvero quella che vorrebbe che le sparizioni all'interno di tale zona oceanica siano terminate con l'avvento dei nuovi sistemi di GPS nonché delle nuove tecnologie aeronautiche.
Mi avvalgo, per tale confutazione, dell'apporto di un interessante studio effettuato da Mattia Fumagalli, il quale così scrive in relazione al biennio 1999-2000:

''L'incidente più recente è avvenuto poco più di un anno fa, nell'inverno 2000. Il 5 gennaio dell'anno scorso, alle 9,40am era atteso sulla pista d'atterraggio dell'aeroporto di St. Augustine un Cessna 172. Il veivolo proveniva da Gran Bahama, e si era mostrato in leggero ritardo. Alle 9,41 e 51 secondi venne identificato ad una altezza di 2.500 piedi. Alle 9,5 e 24 secondi il radar lo segnalò ad un'altezza di 2.000 piedi, alle 9,45 e 51 secondi a 1.200 piedi, a 4 miglia ad ovest di St. Augustine. Era dunque in piena fase d'atterraggio, tutto procedeva senza problemi, il tempo era sereno. Nove secondi più tardi il pilota disse 'Torre di controllo, non vedo più niente'. Un secondo dopo scomparve dalle apparecchiature. Il giorno dopo l'aereo venne comunque ritrovato, con all'interno il corpo del pilota. Ma non c'è ancora spiegazione su come possa essere accaduta la tragedia. Come può un pilota improvvisamente non vedere più la linea costiera? La notte del 25 giugno dello stesso anno numerosi testimoni asserirono di aver visto al largo dell'isoletta di Andros (situata in mezzo al Triangolo delle Bermuda) delle 'sfere di luce' compiere complesse evoluzioni. Nuove segnalazioni di UFO all'interno del Triangolo?
Un altro incidente è difficile da spiegare. Il 12 maggio 1999 un bimotore Aero Commander 500 era in fase di atterraggio all'aeroporto di Nassau.
Mentre era in comunicazione con la torre di controllo scendeva lentamente di quota. Improvvisamente, alle 8,27am il radar segnalò che il velivolo era scomparso. Per trenta minuti non si ebbero notizie del bimotore, quando improvvisamente, alle 8,57am riapparve ad una altezza di 100 piedi. Un messaggio della torre di controllo indirizzò il pilota sulla pista d'atterraggio numero 9, ma non si ebbero risposte. Poco dopo scomparve nuovamente, e questa volta anche definitivamente. Non si rivelò nessuna anomalia nella rotta e nella procedura d'atterraggio intraprese dal pilota.''

Abbiamo, solo qui, numerosi elementi non certo comuni con i quali dobbiamo, volenti o nolenti, fare i conti: la molteplicità di testimonianze, le registrazioni dei contatti fra i piloti e le torri di controllo, le ''sfere di luce'', avvistate da numerose persone, ecc.
Pertanto, dobbiamo far buon viso, come si dice, ed accettare come possibili anche quelle ipotesi che più puzzano al nostro scettico naso. Consideriamo, ad esempio, un particolare degno di nota. Nei resoconti dei cosiddetti ''rapiti'' dagli UFO, troviamo spesso la descrizione di sconcertanti particolari, come la dichiarazione dei diretti interessati di aver visto sulle ''astronavi madre'', numerosi mezzi terrestri, fra cui petroliere, auto, aerei ed anche vascelli del '700. Non sono dettagli di poco conto, a mio avviso, vista anche l'uniformità degli stessi pur provenendo da fonti di tutto il mondo. Ricordiamoci anche che, di fronte a casi assolutamente inspiegabili, le autorità, non di rado, preferiscono non indagare oltre e lasciar cadere tutto nel dimenticatoio.

Come ancora ci ricorda Mattia Fumagalli:

''L'ultima ipotesi alternativa è quella che riguarda le deformazioni spazio-temporali. L'argomento è però troppo poco studiato per poterlo spiegare. Va comunque ricordato un incidente avvenuto all'aeroporto di Miami nel 1978, mai spiegato in maniera soddisfacente. Si trattava di un aeroplano di linea della National Airlines che, avvicinandosi per atterrare da nord est, improvvisamente sparì dal radar per circa dieci minuti, per poi ricomparire. L'aeroplano atterrò senza incidenti, e il pilota e l'equipaggio manifestarono sorpresa nel notare l'evidente preoccupazione del personale di terra, perché in volo non era successo nulla di straordinario. Come spiegazione, un membro del comitato aereo disse al pilota: 'Amico, per dieci minuti voi non siete esistiti'. Inoltre tutti gli orologi dell'equipaggio e i vari controllori di tempo sull'aereo erano uniformemente in ritardo di dieci minuti. Nessuna autorità ha investigato sull'incidente, come se si fosse a conoscenza delle cause che l'hanno provocato.''

Dunque un mistero, quello del Triangolo delle Bermuda, che ancora permane, nonostante i rozzi tentativi di smontaggio a cui si è accennato. Uno di quei misteri che sembra destinato apposta a stimolare un ampliamento dei nostri moduli concettuali di realtà e, forse, a prepararci a nuove e sempre più vicine riconquiste di conoscenza.
.:Premi il tasto "Indietro" per tornare alla pagina precedente.


Attenzione, per accedere alle funzioni
bisogna essere iscritti.



 
Ti stiamo aspettando!

Clicca per REGISTRATI
 





Gli ultimi utenti iscritti
- Forestiero
- real2021
- BUONGIORNISSIMO
- ciao111
- Mordilla89
- roby1974
- eliseoagata
- stoneface75
- Alex415
- Zak

     Elenco Completo Iscritti :.
Calcola l'Affinita'

Calcola l'Affinita'
Amici Online
- Marco -online-
- Staff -A Disposizione-

               Elenco Completo :.
~ Visitatori Totali: 28 ~
Reportages Fotografici

- 1° Hot-Day
- Raduno CU.BO
- Raduno a Peveragno

LISTA COMPLETA >>
Informazioni
Utenti Online : 28
Utenti registrati: 6109
[Ragazze: 2289]
[Ragazzi: 3820]
Utenti in Chat:
Top-Ten Maschile
alternate text¬Ðav¥¨
alternate textcris.tian85
alternate textBluoltremare
alternate textramp
alternate textil_risolutore
alternate textalxbrbr1
alternate textVairouge84
alternate textdotatoCN
alternate textlivio65
alternate textwrangler

Top-Ten Femminile
alternate textdepechegirl
alternate textDEB0RA_gattanera
alternate textBimbadolce
alternate textskin
alternate textdea_venere
alternate text..Ciofi_Culetto..
alternate textsTeLlInA_pInK_STiLoSa
alternate text-cenerentola-
alternate textbob62
alternate textKiky@fabuloustequila
Consiglia il sito ad un amico (inserisci il suo indirizzo e-mail)

Idee e supervisione by Cristina e Anna
Developer Script By Cuneo Staff
Hosting by Chicca.net
Via Degli Alpini, 35
24041 Brembate
P.IVA.: 02978960165
Bergamo
In Collaborazione con Web&Business.it S.n.c
Per metterti in contatto via mail : info@nonsolocuneo.com
Script v3.1 dev.5.5.1

Non Solo Cuneo ha superato il controllo di qualità di HTML.it
|CuneoTuning.com| |Free Redirecting| |n5c.net|

RELOAD AUTOMATICO

Secondi impiegati per generare la pagina : 0.00625

Tracked by Histats.com